venerdì 16 gennaio 2009

Filoni letterari

Quando andavo a scuola e facevo festa, il giorno dopo si gridava allo scandalo. Ti interrogavano tutti: genitori, professori, bidelli, era come un processo, neanche se avessi ammazzato qualcuno. Quel giorno di festa in allegria, pieno di luce e spensierato, te lo facevano diventare nero. E pensare che imparavo più in quel giorno per un bosco o per il quartiere vecchio o lungo il mare che durante tutto un anno scolastico.
Con gli altri compagni dopo aver accantonate le cartelle in una torretta o in un pagliaio (con il pericolo che alla fine della giornata non ci ricordassimo più il posto), prendevamo la via dei campi come cani sfrenati, correvamo come pazzi, ci arrampicavamo sugli alberi a mangiare frutta a crepapelle. Dopo facevamo certe cacate robuste, abbondanti, a migliaia subito si posavano le mosche, mosche grigie, mosconi, mosche violette, e per scacciarle buttavamo sassi che sprofondavano dentro. Col sole le cacate seccavano talmente che sembravano pietre. Cacate massicce che godevi a guardartele, che ti veniva il gusto a farle, e ti mettevano una allegria di vivere.
Tommaso Di Ciaula - Tuta Blu

Silhouette of Flying Ring-Billed Gull at Sunrise, Merritt Island National Wildlife Refuge

Le temps perdu

Devant la porte de l'usine
le travailleur soudain s'arrête
le beau temps l'a tiré par la veste
et comme il se retourne
et regarde le soleil
tout rouge tout rond
souriant dans son ciel de plomb
il cligne de l'oeil
familièrement
Dis donc camarade Soleil
tu ne trouves pas
que c´est plutot con
de donner une journée pareille
à un patron?
Tempo perso

Davanti alla porta dell'officina
l'operaio s'arresta di scatto
il bel tempo l'ha tirato per la giacca
e come egli si volta
e osserva il sole
tutto rosso tutto tondo
sorridente nel suo cielo di piombo e
strizza l'occhio
familiarmente
Su dimmi compagno Sole
forse non trovi
che è piuttosto una coglionata
offrire una simile giornata
a un padrone?

Jacques Prévert