mercoledì 28 gennaio 2009

La storia dei virus !



Che cos'e un virus?

Nell'ambito dell'informatica un virus è un software, appartenente alla categoria dei malware, che è in grado, una volta eseguito, di infettare dei file in modo da riprodursi facendo copie di sé stesso, generalmente senza farsi rilevare dall'utente. I virus possono essere o non essere direttamente dannosi per il sistema operativo che li ospita, ma anche nel caso migliore comportano un certo spreco di risorse in termini di RAM, CPU e spazio sul disco fisso. Come regola generale si assume che un virus possa danneggiare direttamente solo il software della macchina che lo ospita, anche se esso può indirettamente provocare danni anche all'hardware, ad esempio causando il surriscaldamento della CPU mediante overclocking, oppure fermando la ventola di raffreddamento.

Nell'uso comune il termine virus viene frequentemente ed impropriamente usato come sinonimo di malware, indicando quindi di volta in volta anche categorie di "infestanti" diverse, come ad esempio worm, trojan o dialer.

Coloro che creano virus sono detti virus writer. (tratto da Wikipedia)

Il primo virus del mondo dell'informatica e' Brain:

Era il 1986 quando Brain fece la sua comparsa nel mondo dei computer, passato alla storia come il primo virus informatico di sempre, oltre che a detenere anche il primato di Stelth virus (tipologia di virus che agisce sul boot).

Questo virus occupava 512 byte di grandezza, si propagava tramite floppy disk e fu l’artefice di una vera e propria epidemia a cui il mondo non era certamente preparato: ci vollero quasi 9 anni per dimenticare Brain, grazie anche alla progressiva scomparsa dei floppy disk, veri e propri propagatori di infezioni.

Brain attaccava il settore di boot (avvio) delle periferiche di memorizzazione formattate con file system FAT (File Allocation Table) su sistemi DOS; inizialmente infettava il boot sector del floppy disk e successivamente quello dell’hard disk auto copiando se stesso e rinominando l’etichetta di quest’ultimo in “(c)Brain”, impedendo così il caricamento del sistema operativo.

Una volta portata a compimento questa operazione il danno ormai era fatto: tutti coloro che incrociavano questo virus si trovavano, al riavvio successivo, una schermata di errore stampata a monitor piuttosto particolare e quanto mai sconosciuta

Welcome to the Dungeon (c) 1986 Basit * Amjad (pvt) Ltd. BRAIN COMPUTER
SERVICES 730 NIZAM BLOCK ALLAMA IQBAL TOWN LAHORE-PAKISTAN
PHONE: 430791,443248,280530. Beware of this VIRUS… Contact us for
vaccination…

Come visibile dal testo sopra citato, e dall’immagine, erano presenti tutti i dati per contattare gli sviluppatori del virus (numeri di telefono, nazione, città e indirizzo) così da poter richiedere la disinfestazione del proprio computer.


I due fratelli pakistani furono letteralmente inondati di telefonate provenienti da tutto il mondo e giustificarono la situazione dichiarando il loro sgomento per quanto era accaduto, motivando la creazione di Brain con l’intento di proteggere il proprio software medico da pirateria e violazioni del copyright dichiarando i loro intenti non malvagi e inconsapevoli di quanto avvenne.

In Italia, all'università di Torino, un programmatore (probabilmente un docente) creò un nuovo virus che si sostituì al settore di boot. Questo virus visualizza sullo schermo una pallina che rimbalza ogni qual volta raggiunge il bordo, se viene effettuato un accesso al disco alla mezzora esatta. Per questo suo effetto a tale virus venne assegnato il nome di virus italiano o Ping Pong virus. Simpatico e per fortuna innoquo,a differenza dei potenti virus che sono oggi in circolazione. (tratto da www.onevintage.it)

giovedì 22 gennaio 2009

Da dove provengono certi termini informatici?


Spesso ci troviamo dinanzi nuovi vocaboli "informatichesi" di cui, spesso, non ci si conosce l'origine: tante sono infatti le parole che vengono pronunciate e non si conosce il "perché" di quel nome stesso!

Ad esempio, non tutti sanno che l'origine del nome "APPLE" (famosa casa produttrice di pc) non e' MAI stata precisamente definita.
Secondo Steve Job fu una decisione del tutto casuale (infatti nessuno sembrava avere da proporre un nome piu "originale"…), ma secondo altri si ispirò alla casa discografica dei Beatles (di cui Job era appassionato), appunto la Apple stessa.

Altro nome è il BLUETOOTH, che deriva dal re vichingo Blatand (cognome tradotto BLUETOOTH in inglese) che unificò i regni di Danimarca e Norvegia.

Il noto motore di ricerca GOOGLE deriva dal termine "googol", che faceva riferimento al numero 1 seguito da 100 zeri,: cioò è collegato alle infinite informazioni che è possibile trovare nella rete.

Lo SPAM deriva invece da un cibo in scatola, facilmente reperibile durante la seconda guerra mondiale.
Era un tipo di carne della Hormel Foods Corporation che, essendo stata il principale mezzo di nutrimento nel dopoguerra, è stata così mangiata sino alla nausea che la popolazione di allora decise, dopo qualche anno, di non acquistarlo più mettendolo fra "i cibi indesiderati".

Infine il termine BUG (dall'inglese cimice, insetto) identifica un errore o un malfunzionamento nella scrittura di un linguaggio di programmazione.
Assai curiosa è stata la scelta di utilizzare questo nome: nel 1945 un tenente era alla ricerca della causa del malfunzionamento del suo pc, e, con stupore, si accorse di avere una falena incastrata fra i cavi del Case!!!

Da lì la scelta di usare al giorno d'oggi il termine BUG/DEBUG, ossia creare/togliere una "cimice virtuale" che può creare problemi ad un software.

Tratto da MEDIARES.TO.IT


martedì 20 gennaio 2009

Episodi e frasi celebri (7° PARTE)

Ecco il video postato per la 7° parte della raccolta (bisogna guardarlo tutto per capire la battuta finale).

Totò (Antonio De Curtis) in “I due colonnelli” (1962)

venerdì 16 gennaio 2009

Filoni letterari

Quando andavo a scuola e facevo festa, il giorno dopo si gridava allo scandalo. Ti interrogavano tutti: genitori, professori, bidelli, era come un processo, neanche se avessi ammazzato qualcuno. Quel giorno di festa in allegria, pieno di luce e spensierato, te lo facevano diventare nero. E pensare che imparavo più in quel giorno per un bosco o per il quartiere vecchio o lungo il mare che durante tutto un anno scolastico.
Con gli altri compagni dopo aver accantonate le cartelle in una torretta o in un pagliaio (con il pericolo che alla fine della giornata non ci ricordassimo più il posto), prendevamo la via dei campi come cani sfrenati, correvamo come pazzi, ci arrampicavamo sugli alberi a mangiare frutta a crepapelle. Dopo facevamo certe cacate robuste, abbondanti, a migliaia subito si posavano le mosche, mosche grigie, mosconi, mosche violette, e per scacciarle buttavamo sassi che sprofondavano dentro. Col sole le cacate seccavano talmente che sembravano pietre. Cacate massicce che godevi a guardartele, che ti veniva il gusto a farle, e ti mettevano una allegria di vivere.
Tommaso Di Ciaula - Tuta Blu

Silhouette of Flying Ring-Billed Gull at Sunrise, Merritt Island National Wildlife Refuge

Le temps perdu

Devant la porte de l'usine
le travailleur soudain s'arrête
le beau temps l'a tiré par la veste
et comme il se retourne
et regarde le soleil
tout rouge tout rond
souriant dans son ciel de plomb
il cligne de l'oeil
familièrement
Dis donc camarade Soleil
tu ne trouves pas
que c´est plutot con
de donner une journée pareille
à un patron?
Tempo perso

Davanti alla porta dell'officina
l'operaio s'arresta di scatto
il bel tempo l'ha tirato per la giacca
e come egli si volta
e osserva il sole
tutto rosso tutto tondo
sorridente nel suo cielo di piombo e
strizza l'occhio
familiarmente
Su dimmi compagno Sole
forse non trovi
che è piuttosto una coglionata
offrire una simile giornata
a un padrone?

Jacques Prévert

mercoledì 14 gennaio 2009

Episodi e Frasi celebri (6° PARTE)

Ecco il ritorno della raccolta dopo un lungo periodo di pausa. Per la 6° parte è proposto un interessante video che racchiude più frasi ed episodi relativamente comici di un noto film con Arnold Schwarzenegger : “Commando”

sabato 3 gennaio 2009

Posta con la testa



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