mercoledì 23 settembre 2009

Contribuire a creare un senso

Il centro di Facebook è l'amicizia: ci sono delle potenzialità dell'essere amici, che non vuol dire pensare allo stesso modo ma vuol dire contribuire a creare un senso dello stare al mondo. Ecco, questo desiderio di avere una rete di amicizie è favorito da Facebook.


Intervista a Massimo Canevacci, professore di Antropologia Culturale presso l'Università La Sapienza di Roma. Da qui.


mercoledì 26 agosto 2009

martedì 21 aprile 2009

Il vizietto della connessione....


Senza dubbio moltissimi utenti utilizzano Internet e la posta elettronica in ufficio,a scuola e a casa per esigenze personali, ma qual è il punto in cui si devono porre dei limiti? Non potete fare a meno di Facebook o Messenger? Allora è il caso di preoccuparsi

Alcuni la definiscono come la malattia del nuovo secolo: l’Internet addiction, la dipendenza da Internet

La dipendenza da Internet,meglio conosciuta col nome inglese,INTERNET ADDICTION DISORDER(IAD) e’ causata dal tempo che un utente trascorre dinanzi al proprio pc:la media di connessione si aggira intorno alle tre ore e mezza per ogni giorno. I danni relativi a un uso intensivo di internet vanno misurati in termini di ore perse rispetto al lavoro, alla famiglia,allo STUDIO e alle attività quotidiane fondamentali; quando la navigazione toglie tempo a ciò che è essenziale, quello è il superamento del limite.

I tipi di “dipendenza” sono vari:

· DIPENDENZA CIBERSESSUALE(o del sesso virtuale) ,che riguarda persone che scaricano continuamente o visionano materiale pornografico o chat per adulti

· DIPENDENZA CIBER-RELAZIONALE(o delle relazioni virtuali),che riguarda soprattutto i ragazzi che,invece di approfondire conoscenze in modo diretto,preferiscono conoscere coetanei avendo relazioni online(in effetti e’ molto piu facile :D)

· GIOCO ONLINE,che riguarda dei giochi in rete gratuti o spesso anche d’azzardo,come i casino’ virtuali

· SHOPPING ESTREMO,per tutti coloro che preferiscono comprare qualsiasi oggetto direttamente da casa,magari anche ad un buon prezzo:questo spinge un utente a connettersi di continuo per trovare l’offerta adatta

Cio puo anche causare notevoli disturbi psicologici,notti insonni,ansia,depressione legata al fatto di essere “offline” e quant’altro.

Detto cio,pensate di essere ...Dipendenti….?? :D :D :D

domenica 12 aprile 2009

Il terrore dei linuxiani



Running "sudo rm -rf /" deletes your Linux or Mac OS X while it is running.
DO NOT EXECUTE THIS COMMAND!

Lanciare "sudo rm -rf /" cancella tutto il tuo Linux o Mac OS X.
EVITA DI ESEGUIRE QUESTO COMANDO!

mercoledì 25 febbraio 2009

Racconti divertenti dal mondo del lavoro ! ! !



"Un collega, dovendo calcolare lo straordinario a 10 dipendenti esterni, dice come faccio? Gli consiglio di usare excel, e gli chiedo se lo conosce. Lui: "Si, certo lo ho già usato altre volte".
Vado a vedere come procede e lo trovo con la calcolatrice accanto a fare conti e scrivere i risultati sul foglio excel."

"Un mio collega, espertissimo di informatica, si è messo guanti e maschera per togliere il virus dal computer e i colleghi creduloni sono usciti fuori perchè temevano di beccarsi il virus."

"Un cliente confuso chiama la IBM per un problema di stampa di documenti. Egli dice al tecnico che il computer gli ha detto "coundn't find printer". L'utente ha provato girando il monitor verso la stampante, ma il computer continua a non "vederla". "

"Una mia vecchia collega si rifiuta di usare il computer e quando le hanno assegnato il computer è andata in escandescenze, manco l'avessero presa a male parole.
I vecchi impiegati, sono molto restii a usare il computer, ma l'unica cosa che apprendono facilmente è internet, siti di giochi ecc. Se gli nomini Excel, access sono capaci di offendersi."

"Un giorno un mio collega, spazientito, mi chiede "Ma come faccio a fare stampare un documento in verticale, mi stampa tutto in orizzontale" E io "Hai provato a girare la stampante?" E lui "Non ci avevo pensato!"


Siamo sicuri che non succedano sul serio certe gag?!?
Eppure mi sembra di aver sentito nel laboratorio di informatica qualche frase simile detta da qualche compagno......:D:D:D:D:D

tratto da http://it.answers.yahoo.com/question

sabato 21 febbraio 2009

Un viaggio da ricordare...

In quest'anno di scuola ci è stata data l'opportunità di partecipare ad un viaggio speciale, chiamato "Treno della Memoria", che consiste nel visitare i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau.
Dopo 26 ore in treno e le varie collocazioni, siamo andati a visitare i famosi campi di sterminio che durante la seconda guerra mondiale hanno visto morire all'interno delle loro mura migliaia e migliaia di persone innocenti.
Appena si varca l'ingresso che mostra la scritta ARBEIT MACHT FREI (IL LAVORO RENDE LIBERI), ci si sente in uno stato d'animo molto "strano", raccoglimento e memoria verso coloro che perdevano la vita pensando di andare in un luogo "sicuro".
Non si può spiegare neanche in 1000 righe ciò che abbiamo visto: migliaia di occhiali d'epoca, protesi, chili e chili di capelli maschili e femminili, valigie, foto personali; tutto ciò che una persona poteva avere di più prezioso e indispensabile.
Bagni in comune, letti scomodi, i forni crematori: dopo essere stati annientati attraverso veleno in pillole, ogni cadavere veniva bruciato nei forni crematori per poi esser sparso in aria.

Cause di tutto ciò?
L'odio che un uomo può provare per un suo "fratello" che è diverso da noi per motivi di razza e religione; odio che ha portato alla morte 2 milioni di essere umani fra cui omosessuali, disabili e oppositori politici, che pensavano di lavorare per un futuro migliore, una "libertà" , ma venivano uccisi al massimo dopo 1 mese…
Questa visita ci ha portato a riflettere su vari argomenti, principalmente la malvagità "organizzata" che un uomo ha potuto raggiungere distruggendo persone innocenti, bambini inclusi.
Pesa moltissimo pensare che pochissime persone hanno pagato per ciò che hanno commesso:una punizione adeguata non ci potrà mai essere né tantomeno metterla in atto, ma c'è solo la "speranza" che non accada mai più qualcosa di così malvagio.

Raccomando vivamente a tutti di andare a ripetere questa fantastica esperienza, perché non si può dimenticare ciò che è successo ai nostri simili; ci si sente il bisogno di vedere dal vivo la storia recente che studiamo a scuola spesso neanche immaginando quanto tragico possa essere entrare in quei luoghi e uscirne… COME SE NON FOSSE SUCCESSO NIENTE


mercoledì 28 gennaio 2009

La storia dei virus !



Che cos'e un virus?

Nell'ambito dell'informatica un virus è un software, appartenente alla categoria dei malware, che è in grado, una volta eseguito, di infettare dei file in modo da riprodursi facendo copie di sé stesso, generalmente senza farsi rilevare dall'utente. I virus possono essere o non essere direttamente dannosi per il sistema operativo che li ospita, ma anche nel caso migliore comportano un certo spreco di risorse in termini di RAM, CPU e spazio sul disco fisso. Come regola generale si assume che un virus possa danneggiare direttamente solo il software della macchina che lo ospita, anche se esso può indirettamente provocare danni anche all'hardware, ad esempio causando il surriscaldamento della CPU mediante overclocking, oppure fermando la ventola di raffreddamento.

Nell'uso comune il termine virus viene frequentemente ed impropriamente usato come sinonimo di malware, indicando quindi di volta in volta anche categorie di "infestanti" diverse, come ad esempio worm, trojan o dialer.

Coloro che creano virus sono detti virus writer. (tratto da Wikipedia)

Il primo virus del mondo dell'informatica e' Brain:

Era il 1986 quando Brain fece la sua comparsa nel mondo dei computer, passato alla storia come il primo virus informatico di sempre, oltre che a detenere anche il primato di Stelth virus (tipologia di virus che agisce sul boot).

Questo virus occupava 512 byte di grandezza, si propagava tramite floppy disk e fu l’artefice di una vera e propria epidemia a cui il mondo non era certamente preparato: ci vollero quasi 9 anni per dimenticare Brain, grazie anche alla progressiva scomparsa dei floppy disk, veri e propri propagatori di infezioni.

Brain attaccava il settore di boot (avvio) delle periferiche di memorizzazione formattate con file system FAT (File Allocation Table) su sistemi DOS; inizialmente infettava il boot sector del floppy disk e successivamente quello dell’hard disk auto copiando se stesso e rinominando l’etichetta di quest’ultimo in “(c)Brain”, impedendo così il caricamento del sistema operativo.

Una volta portata a compimento questa operazione il danno ormai era fatto: tutti coloro che incrociavano questo virus si trovavano, al riavvio successivo, una schermata di errore stampata a monitor piuttosto particolare e quanto mai sconosciuta

Welcome to the Dungeon (c) 1986 Basit * Amjad (pvt) Ltd. BRAIN COMPUTER
SERVICES 730 NIZAM BLOCK ALLAMA IQBAL TOWN LAHORE-PAKISTAN
PHONE: 430791,443248,280530. Beware of this VIRUS… Contact us for
vaccination…

Come visibile dal testo sopra citato, e dall’immagine, erano presenti tutti i dati per contattare gli sviluppatori del virus (numeri di telefono, nazione, città e indirizzo) così da poter richiedere la disinfestazione del proprio computer.


I due fratelli pakistani furono letteralmente inondati di telefonate provenienti da tutto il mondo e giustificarono la situazione dichiarando il loro sgomento per quanto era accaduto, motivando la creazione di Brain con l’intento di proteggere il proprio software medico da pirateria e violazioni del copyright dichiarando i loro intenti non malvagi e inconsapevoli di quanto avvenne.

In Italia, all'università di Torino, un programmatore (probabilmente un docente) creò un nuovo virus che si sostituì al settore di boot. Questo virus visualizza sullo schermo una pallina che rimbalza ogni qual volta raggiunge il bordo, se viene effettuato un accesso al disco alla mezzora esatta. Per questo suo effetto a tale virus venne assegnato il nome di virus italiano o Ping Pong virus. Simpatico e per fortuna innoquo,a differenza dei potenti virus che sono oggi in circolazione. (tratto da www.onevintage.it)